Descrizione
La chiesa medioevale di San Pietro è sita al di fuori della cinta muraria che cingeva il borgo fortificato di Sanluri, a breve distanza dall’antico “Portabeddu”, oggi non più esistente. Si presenta attualmente articolata in due navate coperte a capriate, terminanti in cappelle voltate a crociera, dedicate rispettivamente a San Pietro (cappella maggiore) e alla Vergine della Pietà (cappella a destra). Sul lato sinistro della navata maggiore si apre una cappella voltata a botte. dedicata al Cristo Crocefisso. Nella semplice facciata, sovrastata da un campaniletto a vela la cui campana è datata 1577, si aprono i due portali di accesso alle navate. Sopra il portale destro, era inserita un’epigrafe attestante la consacrazione della chiesa nel 1377. L’iscrizione, custodita attualmente all’interno dell’edificio, è in lingua sarda: fa il nome del podestà del tempo (Giremeo de Serra) e testimonia l’esistenza di Sanluri come autonomo comune rurale, in quanto la chiesa venne costruita per volontà del popolo riunito in assemblea. Secondo alcuni studiosi (tra i quali R. Salinas che si occupò dei primi restauri, negli anni ’50) la chiesa sorse in epoca romanica, presumibilmente nel sec. XIII, come chiesa a navata unica, e fu ingrandita nel sec. XIV aggiungendo, sul lato destro, una navata di minori dimensioni. Tale ampliamento dovrebbe risalire al 1377, come testimonia l’epigrafe posta sull’architrave dell’ingresso.
C’è chi sostiene invece (G. Cavallo) che la Chiesa, consacrata nel 1377, fosse in origine costituita da tre navate e, forse perché in rovina, sarebbe stata trasformata nel sec. XVII in un edificio a due navate, con l’aggiunta di due cappelle nel presbiterio, voltate a crociera.
In realtà non è possibile seguire con certezza le fasi costruttive della chiesa, in quanto venne sottoposta nel corso dei secoli a continue modifiche e rimaneggiamenti, e la scarsa documentazione d’archivio che la riguarda consente di seguirne le vicissitudini solo a partire dal sec. XVII, quando si presentava non molto dissimile ad oggi, articolata in due navate coperte a capriate e terminanti in cappelle voltate a crociera, costruite nel sec. XVII in seguito alla demolizione delle antiche absidi. Una terza cappella voltata a botte si apriva, come oggi, sul lato sinistro della navata maggiore. Dopo un lungo periodo di abbandono e alterne vicende di restauri, la chiesa è stata recentemente riaperta al culto e abbellita internamente da alcuni degli arredi originari: un altare in legno dorato databile all’inizio del settecento, alcune tele settecentesche ed un simulacro ligneo del Santo titolare.
Diverse sculture lignee provenienti da questo edificio, appartenenti in origine all’antica Confraternita della Pietà che vi aveva sede, si trovano ancora sparse per le chiese sanluresi e attendono di essere restaurate; un bel Cristo deposto, databile tra il cinque e seicento, in origine inchiodato sulla croce della cappella a sinistra, un seicentesco Cristo alla Colonna conosciuto anche come “Gesù Nazareno”, alcuni crocifissi processionali di varie epoche, una Pietà settecentesca di scuola napoletana ed una più antica molto rovinata, i simulacri “vestiti” della vergine del Buon cammino e di Santa Caterina.
Nella pinacoteca di Cagliari si trova invece una pala d’altare cinquecentesca – il retablo di Sant’Eligio – proveniente dall’altare maggiore.